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🔹Franco Loi, il poeta che ha adottato la scuola professionale Galdus

Il poeta Franco Loi ci ha lasciato ieri. Per tutti un grande poeta, per noi di Galdus un amico, un Maestro, un
grande uomo e Presidente del nostro Premio letterario. Ci considerava la “sua scuola”, come tante volte ci
ha detto.
Un giorno venne in classe in prima orafi: era appena mancato un compagno. Così Franco decise di cambiare
il programma della giornata. Raccontò ai ragazzi l’epopea di Gilgamesh che parla di un giovane a cui è
appena morto il migliore amico e va a caccia del fiore dell’immortalità perché non vuole soffrire. E aggiunse
che “la letteratura è l’urlo dell’uomo che ha desiderio di infinito. Un urlo che i ragazzi non dovevano
soffocare o anestetizzare, ma attraversare certi che ci fosse altro oltre”.
Era molto goloso: spesso andavamo a trovarlo coi ragazzi di pasticceria che gli preparavano e gli offrivano i
loro dolci. Eravamo tutti lì, a casa sua. Partiva dalle loro domande e curiosità e poi parlava della vita.
A lui abbiamo deciso di intitolare l’Auditorium della nostra scuola, in cui tante volte ha animato i giovedì
mattina di incontri con gli autori.

Addio Franco. La “tua scuola”

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